Le stablecoin statunitensi rappresentano un rischio maggiore dei dazi di Trump, afferma il ministro delle Finanze italiano

Le stablecoin statunitensi rappresentano un rischio maggiore dei dazi di Trump, afferma il ministro delle Finanze italiano

  • Le stablecoin statunitensi bypassano le banche e prendono piede in Europa.
  • Le leggi STABLE e GENIUS avanzano nel Congresso degli Stati Uniti.
  • Gli sforzi europei in materia di CBDC sono in ritardo rispetto agli sforzi normativi degli Stati Uniti.

Il responsabile delle finanze italiano ha lanciato l’allarme sulla crescente influenza delle stablecoin basate sul dollaro statunitense in Europa, sostenendo che esse rappresentano una minaccia maggiore alla sovranità finanziaria rispetto ai dazi commerciali promossi da Donald Trump.

Le sue osservazioni giungono in concomitanza con i rinnovati sforzi della Banca centrale europea per accelerare il lancio di un euro digitale, mentre i legislatori di Washington continuano a promuovere leggi per regolamentare gli emittenti di stablecoin.

L’Italia avverte: le stablecoin minacciano il predominio dell’euro

Intervenuto a Milano l’8 aprile, il Ministro italiano dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha affermato che le autorità di regolamentazione europee non devono sottovalutare l’impatto a lungo termine dell’adozione delle stablecoin nei pagamenti transfrontalieri.

Ha sostenuto che, mentre le politiche tariffarie dell’ex presidente Donald Trump hanno fatto notizia, la sfida strutturale posta dalle stablecoin statunitensi è “più pericolosa” per l’indipendenza monetaria europea.

Giorgetti ha sottolineato che le stablecoin americane, come quelle emesse da Circle e Tether, offrono agli utenti un modo per bypassare i tradizionali circuiti bancari.

Grazie alla possibilità di accedere ai dollari statunitensi senza dover aprire un conto corrente americano, queste risorse digitali vengono sempre più utilizzate per i pagamenti transfrontalieri in Europa.

Questa tendenza crescente, ha avvertito, rischia di accelerare un allontanamento dall’euro nel commercio internazionale.

Ha esortato l’Unione Europea ad agire rapidamente, affermando che l’euro digitale, attualmente in fase di sviluppo da parte della Banca centrale europea, è ora più che mai fondamentale per controbilanciare l’espansione delle criptovalute sostenute dall’estero.

L’euro digitale visto come contromisura chiave

Le dichiarazioni di Giorgetti seguono un rinnovato impegno della BCE per aumentare il sostegno a una valuta digitale della banca centrale (CBDC) denominata in euro.

L’8 aprile, Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della BCE, ha pubblicato un articolo in cui sottolineava che un euro digitale potrebbe svolgere un ruolo centrale nel preservare la sovranità monetaria dell’Europa.

Ha scritto che la credibilità a lungo termine dell’euro potrebbe essere erosa se gli europei scegliessero sempre più di utilizzare stablecoin garantite dal dollaro per le transazioni.

La BCE ha già concluso una fase di indagine biennale e sta ora entrando in una fase preparatoria per un possibile lancio dell’euro digitale. Si prevede che il progetto richiederà ancora diversi anni prima di raggiungere la piena operatività.

Cipollone ha tuttavia affermato che senza un progresso più rapido, l’Europa potrebbe restare indietro rispetto agli Stati Uniti nel definire il panorama mondiale delle valute digitali.

Il Congresso degli Stati Uniti avanza le proposte di legge sulle stablecoin

Le preoccupazioni sollevate in Europa emergono mentre gli Stati Uniti continuano a compiere progressi nella formalizzazione della regolamentazione delle stablecoin.

Il 2 aprile, la Commissione per i servizi finanziari della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato lo Stablecoin Transparency and Accountability for a Better Ledger Economy (STABLE) Act.

Il disegno di legge, presentato il 6 febbraio, stabilisce le regole che impongono agli emittenti di stablecoin di divulgare le proprie riserve e operazioni.

Il comitato ha inoltre promosso il Guiding and Establishing National Innovation for US Stablecoins (GENIUS) Act, che impone un supporto di riserva uno a uno, il rispetto delle norme antiriciclaggio (AML) e la tutela dei consumatori.

Entrambe le proposte di legge mirano a rafforzare il predominio del dollaro statunitense, garantendo al contempo chiarezza normativa ai fornitori di stablecoin.

Tuttavia, queste proposte di legge devono ancora essere approvate da entrambe le Camere del Congresso e trasformate in legge dal Presidente degli Stati Uniti. Se approvate, avvicinerebbero gli Stati Uniti a un quadro completo per le attività in dollari digitali, qualcosa che all’UE manca ancora.

L’Eurozona si trova ad affrontare un compito arduo nella modernizzazione dei pagamenti

Nonostante lo slancio normativo negli Stati Uniti, l’Europa sta ancora recuperando terreno nella corsa all’influenza della valuta digitale.

Sebbene il MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation) stabilirà requisiti di licenza per gli emittenti di stablecoin all’interno dell’UE a partire dalla metà del 2024, non include ancora meccanismi efficaci per promuovere l’uso dell’euro nella finanza decentralizzata o nei pagamenti digitali.

Gli analisti sostengono che, a meno che il progetto dell’euro digitale non venga accelerato e non vengano creati ulteriori incentivi per gli utenti europei affinché lo adottino, le stablecoin basate sul dollaro potrebbero continuare a superare l’euro nelle transazioni digitali globali.

L’ultimo intervento del governo italiano riflette la crescente preoccupazione dei leader dell’UE che la finestra temporale per reagire possa restringersi.