All’amministrazione del Presidente Donald Trump piace Ripple più di Bitcoin ed Ethereum

All’amministrazione del Presidente Donald Trump piace Ripple più di Bitcoin ed Ethereum

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

L’amministrazione Trump è molto più interessata alla criptovaluta XRP e ai progetti della Ripple Inc. che a quelli di Bitcoin e di Ethereum. Il perché lo ha spiegato Cory Johnson, chief marketing strategist di Ripple, durante una lunga intervista con la rivista americana online BreakerMag, di proprietà della SingularDTV.

Per proseguire è necessaria una breve introduzione del personaggio. Cory Johnson ha trascorso gran parte della sua vita professionale nel mondo della tecnologia come giornalista per CNBC e Bloomberg e ora cura l’importante aspetto della comunicazione tra la società di San Francisco e il mondo esterno. Le sue parole sono quindi autorevoli se afferma che Ripple ha parlato con il team di Trump, ed ecco cosa ha riferito durante l’intervista.

Il team di Donal Trump interessato a XRP

Lo stratega della comunicazione di Ripple non ha voluto dire, durante l’intervista, con quale membro dello staff di Trump abbiano parlato di preciso, ma ha riferito che è rimasto “sorpreso dell’apertura mentale” e dalle “domande intelligenti, e a volte anche difficili” che gli sono state rivolte.

Cory sintetizza in poche frasi quella che è la visione della Casa Bianca sulle criptovalute, affermando che l’amministrazione Trump sta cercando di capire cosa può significare che l’80% dell’attività di mining di bitcoin e la maggior parte del mining di Ethereum avvengano in Cina.

XRP, all’opposto, non prevede il mining e questo piace di più a Washington D.C.. Cory riferisce che nelle conversazioni avute con l’amministrazione, lo staff abbia compreso la diversità di Ripple e sembrano per questo più interessanti a XRP.

Ciò non significa che Trump voglia comprare XRP, ma i contatti con Washington restano stretti e regolari, e c’è un’intera squadra di specialisti al lavoro che si occupa dei rapporti con il governo degli Stati Uniti d’America e con molti altri paesi.

Una domanda su Ripple e la SEC

A Cory è stato poi chiesto di farsi una domanda che non gli viene posta spesso durante le interviste. Lo stratega del marketing di Ripple ha optato per una domanda scottante: “Quando la U.S. SEC dirà qualcosa su XRP?

Come sappiamo la U.S. Securities and Exchange Commission ha il potere di intervenire su tutto ciò che riguarda gli scambi monetari e gli strumenti finanziari di nuova adozione.

Cory ha risposto alla sua domanda con una riflessione che suona come un messaggio quasi di rimprovero all’operato condotto fino a ora dalla SEC:

“Immagino che un’agenzia amministrativa non voglia intraprendere la regolamentazione di un’intera nuova parte del mondo senza che nessuno glielo abbia chiesto, e nessuno gli aumenterà il budget per consentirgli di farlo.”

Gli scenari futuri

Per concludere l’intervista Cory ha fatto alcune riflessioni personali sul futuro della tecnologia blockchain e delle criptovalute. Secondo il portavoce è ancora presto per capire se l’Internet del valore (Internet of value) sia un fenomeno degli USA, della Svizzera, di Singapore o di Malta.

Ciò nonostante il valore di XRP, come il valore di tutti gli altri crypto asset, otterrebbero un gran beneficio da un’approvazione diretta dell’amministrazione Trump.