Con la diffusione delle criptovalute anche nel nostro paese, la domanda si pone sempre più di frequente: chi possiede Bitcoin, Bitcoin Cash, Ripple, Ether e altre monete virtuali deve pagare le tasse? La risposta varia a seconda dei casi. Ti spieghiamo cosa e come fare se anche tu possiedi delle criptovalute o hai deciso di acquistarle.
Quali sono le leggi sulla tassazione delle monete virtuali?
L’avvento delle criptovalute è talmente recente che il legislatore non si è ancora pronunciato a riguardo. Questo significa che una legge italiana sul sistema di tassazione delle monete virtuali ancora non esiste. Esiste una sentenza dell’Unione Europea (la C-264/2015 CGEU) che considera le criptovalute come un mezzo di pagamento, ma non come una moneta estera. Nel 2016 anche l’Agenzia delle Entrate è intervenuta sulla questione, con la Risoluzione 72/E, che determina delle linee guida e fa una distinzione di massima tra chi deve e chi non deve pagare le tasse.
Cos’è il Bitcoin Cash?
Fratello minore del Bitcoin, il Bitcoin Cash è nato il 1° agosto 2017 da una biforcazione della celebre criptovaluta creata nel 2009. In meno di un anno, ovvero nel dicembre 2017, il suo valore ha raggiunto i 4.091 dollari, una cifra importante per una criptovaluta, soprattutto se appena nata. Il capitale di mercato è di 25.097.867.735 dollari, una somma ragguardevole nel mondo delle criptovalute. Un Bitcoin Cash oggi vale circa 1.464 dollari. Il numero di unità che potranno essere prodotte è limitato e corrisponde a 21 milioni di Bitcoin Cash. In circolazione ce ne sono attualmente più di 17 milioni. Per chi possedeva Bitcoin prima della biforcazione della blockchain è stato possibile ottenere dei Bitcoin Cash gratis sfruttando il disaccordo tra minatori e sviluppatori che ha portato alla separazione e raddoppiando di conseguenza la quantità di moneta virtuale già presente nel proprio wallet. Esistono ancora, invece, vari modi per ottenere Bitcoin senza doverli comprare. Puoi scoprirli con noi leggendo la nostra guida per guadagnare Bitcoin gratis.
Chi non è soggetto a tassazione?
Secondo la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate se si parla di persone fisiche e non c’è volontà speculativa non è necessario dichiarare Bitcoin e non si è soggetti ad alcun tipo di tassazione. Per le persone fisiche le plusvalenze non sono soggette a tassazione se rientrano nei limiti prescritti dalla legge per il possesso di valute estere, vale a dire se non superano i 51.645,69 euro per una settimana. Questo significa che se si fa trading con Bitcoin Cash, se si ottengono criptovalute attraverso il mining (restando al di sotto della soglia 51.645,69 euro) o se vengono usati gli exchange (i siti su cui si possono negoziare le criptovalute) senza alcuna leva finanziaria non si dovrebbero pagare le tasse.
Chi deve dichiarare le plusvalenze?
Stando al parere dato nel 2016 dall’Agenzia delle Entrate le aziende e le compagnie di vario genere che fanno trading con le criptovalute o che accettano le monete virtuali come forma di pagamento devono includerle nella loro dichiarazione fiscale. Questo significa di conseguenza che sono soggette a una forma di tassazione, ovvero nel caso specifico quella sulle plusvalenze. Il valore delle tasse sulle plusvalenze corrisponde al 26% del capitale totale. Se ti trovi in una delle situazioni sopraelencate ricorda che non ti conviene fare finta di niente e non inserire le plusvalenze nella dichiarazione fiscale. Tutti i movimenti di Bitcoin Cash o di Bitcoin sono infatti registrati sulla blockchain, una sorta di libro mastro virtuale e pubblico. Questo significa che nel caso in cui si decidesse di effettuare dei controlli al riguardo sarebbe possibile risalire tanto a te quanto a tutti gli altri possessori di criptovalute.
Su quali exchange si scambiano i Bitcoin Cash?
Gli exchange sono siti web sui quali è possibile scambiare la valuta virtuale con moneta tradizionale. Come un ufficio di cambio, permettono di entrare rapidamente in possesso di criptovalute come Bitcoin, Bitcoin Cash, Ether e Ripple, e quindi di utilizzarle per le transazioni successive. I siti di exchange sono relativamente numerosi: la concorrenza fa in modo che i servizi forniti garantiscano un certo livello di qualità e che le commissioni, uno degli elementi di competitività per gli exchange, siano variabili da una piattaforma all’altra. Uno dei siti più conosciuti nel settore è Bitstamp, creato in Lussemburgo nel 2011. Si possono scambiare su Bitstamp Bitcoin Cash, Bitcoin, Litecoin, Ether e Ripple. Esistono anche vari altri exchange su cui puoi comprare Bitcoin Cash. Tra questi ci sono Chagelly, HitBTC, Binance, Kraken, Bitfinex, Okex, Bit-Z, Coinbene e Poloniex.
Come fare mining con il Bitcoin Cash?
Se ti stai chiedendo come minare Bitcoin Cash e già conosci il funzionamento del mining per Bitcoin, sappi che si tratta della stessa cosa. Per minare Bitcoin bisogna procurarsi un wallet virtuale che ti permetterà di incassarli dopo che li avrai guadagnati. Avrai anche bisogno di un computer particolarmente potente (gli ASICs, Application Specific Integrated Circuits, sono i più recenti) per effettuare le operazioni di calcolo che ti permetteranno di fare mining. In seguito dovrai entrare a far parte di una mining pool o di un’associazione per poter lavorare in gruppo ed ottenere migliori risultati più in fretta. Per finire, dovrai scaricare un Bitcoin miner, vale a dire un’applicazione che sfrutterà la potenza del tuo computer, la tua connessione ad internet e la tua elettricità per minare i Bitcoin.
Ora che sai come funzionano le tasse sui Bitcoin Cash in Italia sei pronto a fare trading con questa recentissima e interessante criptovaluta.