Abbiamo speso molto tempo nel descrivere come la criptovaluta sta avanzando negli Stati Uniti, ma per molti versi, la sua adozione e uso nei paesi in via di sviluppo è più importante. Questo perché i paesi in via di sviluppo possono modificare i loro sistemi più facilmente di un paese che ha già un sistema bancario consolidato nel tempo.
In questo momento in Argentina, stiamo assistendo a un interessante sviluppo macroeconomico, infatti, gli investitori vendono il peso a favore del bitcoin. I recenti risultati elettorali hanno reso gli investitori guardinghi, ora hanno paura di perdere tutto.
Quando l’attuale presidente in carica Mauricio Macrì è stato sconfitto alle primarie di lunedì scorso, esso è stato avvertito come un segnale di rischio elevato per l’economia argentina. Di conseguenza numerosi investitori hanno comprato bitcoin che prevedeva un premio da 400 USD in Argentina, se acquistato attraverso la piattaforma LocalBitcoins.
Il debito dell’Argentina e gli altri problemi
In generale non c’è grande fiducia nella capacità dell’Argentina di ripagare il suo debito pubblico, e questo rende tutti molto nervosi. Bitcoin in Argentina, d’altro canto, è sempre stato un “contrarian bet” un asset nel quale rifugiarsi non appena le cose girano male: il peso argentino ha subito sempre molta volatilità e le persone sono spaventate da ciò. Ancor più sorprende il premio sullo scambio, e quello che significa per il collasso della valuta fiat.
L’America latina si pone, suo malgrado, come un banco di prova per il bitcoin da quando il bolivar venezuelano è crollato e i cittadini hanno adottato bitcoin come valuta più stabile.
In una notizia simile, Bantotal ha annunciato un accordo commerciale con l’exchange di criptovalute Bitex che dovrebbe consentire a 60 banche latinoamericane di usare le criptomonete per i pagamenti transfrontalieri. Questo servizio ridurrà i tempi di transazione di cinque volte circa, e dovrebbe entrare in competizione con Stellar, Ripple e altri fornitori di pagamenti transfrontalieri.
Ma bitcoin ha anche le sue controversie internazionali. Al momento sono in corso indagini in Corea del Sud riguardanti i vari hacking avvenuti presso exchange del Paese. Si teme che essi siano stati eseguiti dal governo della Corea del Nord, anche se mancano prove certe.
Una economia in fuga
Bitcoin sta diventando sempre più rilevante all’interno del “clima” economico globale, poiché gli investitori di diversi continenti guardano a lui come un rifugio sicuro contro le guerre valutarie e le altre crisi macroeconomiche che potrebbero presentarsi.
Da quando la guerra valutaria con la Cina è iniziata alcuni mesi fa, il prezzo del bitcoin è aumentato di circa il 100%. Tale ripresa non è una coincidenza, e potrebbe indicare un disfacimento delle attuali strutture di potere e dei sistemi monetari.
Brian Kelly di CNBC ha detto:
“Questa per bitcoin è la tempesta perfetta. Abbiamo molteplici valute intorno al mondo che precipitano nel medesimo momento in cui gli investitori istituzionali stanno abbracciando i crypto asset. La combinazione dei due fattori ha incanalato tutti i soldi in bitcoin”.
Ne avevamo già discusso, ma il passaggio ai tassi d’interesse negativi da parte di diverse banche centrali, così come le recenti mosse della U.S. Fed, indicano che stiamo entrando in un clima economico più rischioso. E d’ora in avanti, vedremo un dinamismo sul bitcoin mai osservato prima d’ora perché gli investitori lo considereranno una via di fuga per i capitali.