Di recente il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato il World Economic Outlook ottobre 2018, un report pubblicato due volte l’anno per fare il punto sullo stato di salute dell’economia mondiale. Il documento di 215 pagine considera i Paesi e le aree geografiche in crescita e quelle a rischio depressione economica, ma avverte anche dei potenziali rischi o benefici posti dalle nuove tecnologie all’economia globale.
Per quanto riguarda le criptovalute, in un breve passaggio, il World Economic Outlook dell’FMI considera i crypto asset un fattore che “potrebbe creare nuove vulnerabilità nel sistema finanziario internazionale.”
Cybersecurity e Criptovalute sullo stesso piano
Curioso notare che la nota d’allarme scritta circa le criptovalute è posta al termine di un breve paragrafo dedicato ai rischi crescenti della cybersecurity e dei cyber attacchi sull’infrastruttura finanziaria.
Eppure le criptovalute sono per loro stessa natura più sicure di una infrastruttura informatica bancaria. L’immutabilità e quindi la difficoltà di falsificare le criptovalute, assieme alla resilienza agli attacchi informatici dovuta alla struttura distribuita dei nodi, le rendono indubbiamente più sicure di un sistema informatico bancario che è per sua natura centralizzato.
L’invio di bitcoin più sicuro di un bonifico
Per esempio, supponiamo di aver acquistato bitcoin presso un exchange istantaneo e di avere la criptomoneta sul wallet bitcoin personale, dobbiamo ora inviarla a un nostro conoscente. Il bitcoin passerà da noi all’altra persona seguendo regole di sicurezza impossibili a un bonifico bancario.
La transazione bitcoin non coinvolge enti centrali come il bonifico, ma solo ed esclusivamente le due persone oggetto della transazione economica. Il bitcoin è trasparente e le transazioni economiche sono visibili a tutti attraverso il block explorer, un bonifico no. Quest’ultimo fattore rende il bitcoin più utile a combattere il finanziamento al terrorismo di un bonifico bancario.
La sicurezza informatica e i pagamenti transfrontalieri
Per quanto riguarda strettamente le violazioni alla sicurezza informatica e gli attacchi informatici, l’IMF è preoccupata delle conseguenze che un attacco potrebbe avere sui sistemi di pagamento transfrontalieri, perché potrebbe “interrompere il flusso di beni e servizi” tra nazioni.
Paradossalmente proprio una rete decentralizzata quale è RippleNet, sviluppata dalla società americana Ripple, o la meno nota Bankchain Community, sono le risposte a tali vulnerabilità del sistema finanziario.
Cosa fa la RippleNet
La RippleNet non è soltanto la rete distribuita sulla quale transita la criptovaluta XRP comprata dalle persone, essa è un vero e proprio corridoio sicuro sul quale transitano i pagamenti transfrontalieri di un numero crescente di banche.
Ne abbiamo scritto più volte in questi mesi: negli Stati Uniti d’America la PNC Bank adotterà la RippleNet per i pagamenti transfrontalieri, in Giappone a sperimentare la tecnologia è il colosso bancario MUFG, ma sono numerose banche e servizi di pagamento che usano RippleNet. Anche American Express esplora l’uso della tecnologia Ripple per la sua rete di pagamenti.
Gli exchange centralizzati e le vulnerabilità sistemiche
La cybersecurity è invece minacciata dai crypto exchange centralizzati e dalle rispettive vulnerabilità sistemiche più volte mostrate negli ultimi anni, dal caso Mt.Gox del 2014 a oggi. Le loro vulnerabilità, ancora una volta, si superano con la decentralizzazione degli exchange (DEX) come sta pensando di fare Binance e anche l’exchange Bithumb. Potremo stare certi che con i DEX non ci saranno più furti a destabilizzare il prezzo di bitcoin.