Tra gli effetti della pandemia si è verificato un aumento delle truffe nel settore criptovalute in tutto il mondo. Questi mestieranti della truffa prendono di mira le persone attraverso le email e i messaggi sui social media.
L’FBI ha reso noto che attende un aumento delle truffe legate alle criptovalute in questa fase di pandemia da Covid-19.
Mentre in passato il settore delle criptovalute è stato usato per attività criminali, un numero crescente di persone confinate nelle proprie case e l’aumento delle imprese che accettano le criptomonete come metodo di pagamento, possono incoraggiare una attività illecita ad approfittarne.
L’FBI esorta i cittadini ad essere cauti, poiché i truffatori prendono di mira persone di tutte le età. L’autorità investigativa ha anche affermato che “molti crimini finanziari tradizionali e schemi di riciclaggio di denaro sporco sono ora orchestrati attraverso le valute digitali.”
Ecco quali forme possono assumere le truffe che fanno uso delle criptovalute:
- Tentativi di ricatto tramite e-mail o messaggi che intimano alla vittima di pagare in bitcoin altrimenti le informazioni personali saranno rese pubbliche o la vittima sarà infettata dal nuovo coronavirus.
- Falsi datori di lavoro che chiedono donazioni e le mettono in un crypto kiosk.
- Apparecchiature o trattamenti inesistenti per prevenire o curare il nuovo coronavirus che possono essere pagati solo con l’uso di criptovalute.
Per evitare di cadere vittima di tali truffe, l’FBI esorta i cittadini a condurre le loro ricerche prima di inviare qualsiasi forma di moneta. Ad esempio:
- Verificare il venditore o l’organizzazione caritativa prima di inviare denaro
- Studiare le opportunità di investimento
- Astenersi dall’uso di conti bancari personali per attività lavorative svolte da casa
- Contattare le autorità di polizia preposte in caso di tentativi di ricatto.
Tra le recenti truffe circolate nel web famose quelle che richiedevano donazioni in bitcoin all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e al Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive. Tra le truffe anche falsi funzionari di agenzie disposti a fornire informazioni riservate sul virus in cambio di una ricompensa in bitcoin.
Gli exchange di criptovalute sono sollecitati nel monitorare le transazioni e a condurre interviste più complete nella fase di conoscenza del cliente (KYC, Know your customer). La speranza è che gli exchange fungano da barriera per le transazioni sospette, e che magari aggiungano algoritmi di IA potenziata e potenzino la partnership con i fornitori di dati.
Anche gli annunci online sono sotto stretto controllo. Google Ads e YouTube hanno in precedenza mostrato messaggi pubblicitari fraudolenti relativi alle criptomonete attraverso i rispettivi network pubblicitari. Nonostante le rigide norme contro gli annunci sulle criptovalute, le piattaforme pubblicitarie hanno ancora molta strada da fare per mitigare la diffusione delle truffe.