Il 6 aprile 2018 la Reserve Bank of India (RBI) impone a tutte le banche dell’India di censurare i clienti che intendono trasferire fondi dai conti correnti agli exchange di criptovalute. Una vera e propria imposizione normativa con conseguenze gravi per le banche che trasgrediscono.
Un duro colpo per gli exchange di criptovalute dell’India, alcuni dei quali costretti a chiudere definitivamente.
Unocoin, il primo crypto exchange del paese nato nel 2013, ha resistito e forte dei suoi 1,2 milioni di clienti ha fatto di più, installando un primo chiosco dove prelevare e versare criptovalute. Il Bitcoin ATM indiano si trova nella città di Bangalore, dove ha sede l’exchange Unocoin, ed emette bitcoin, XRP, ETH, bitcoin cash e litecoin.
Bitcoin ATM in India per aggirare la direttiva della RBI
L’ATM di criptovalute per sua natura non è collegato a una banca come è il caso di un ATM bancario tradizionale. L’ATM di bitcoin non ha bisogno di essere connesso ai circuiti bancari per validare le transazioni economiche in quanto è legato alle blockchain delle criptovalute e all’exchange Unocoin per calcolare il prezzo del bitcoin e delle altre valute digitali emesse.
Attraverso l’ingegnoso stratagemma Unocoin aggira il blocco imposto dalla Reserve Bank of India e può continuare la compravendita di rupia indiana e crypto asset.
Unocoin opererà nel rispetto delle normative e dei limiti imposti
La società di Bangalore ci tiene a precisare che il suo intento non è quello di violare le leggi indiane, chi intende comprare bitcoin presso il chiosco di criptovalute è comunque sottoposto alle limitazioni normative in fatto di riciclaggio di denaro.
Ci sono limitazioni anche per quanto riguarda il deposito e il prelievo massimo giornaliero. Unocoin chiarisce che il deposito e il prelievo minimo è di 1.000 rupie (circa ), inoltre il dispositivo riconosce solo i multipli di 500 rupie.
Un tentativo rischioso
L’exchange non si avvale del supporto di una banca per ricaricare l’ATM di criptovalute con le rupie, lo fa direttamente ogni giorno. Nonostante le precauzioni adottate, non è chiaro se il cliente che effettua lo scambio sia pienamente in regola con la legge o rischi molto più rispetto a uno scambio peer-to-peer operato su siti web come localbitcoins.
In India il trading con le criptovalute continua
Nonostante il divieto ferreo imposto dalla RBI alle banche, i cittadini indiani trovano altre vie per la compravendita di criptovalute. La prova sono proprio iniziative come quella di Unocoin, che ha saputo aggirare la direttiva.
Una ricerca condotta da una società tedesca conferma la forte domanda di criptovalute in India. Lo studio calcola che il paese asiatico sia al quarto posto mondiale per volumi di scambio, dietro solo gli USA, Regno Unito e Giappone.
Non il primo ATM di Bitcoin in India
Coinatmradar.com segnala la presenza di un altro ATM in India, presente nella capitale Nuova Delhi. La sua installazione risale al 28 aprile 2018, poche settimane dopo il divieto della RBI. Il dispositivo è un cryptomats Lamassu ed emette bitcoin, bitcoin cash ed ETH.
E in Italia? Scopri con la nostra guida a quanti ATM di criptovalute ci sono e dove sono.