Come abbiamo scritto, il 29 gennaio, Facebook ha proibito le pubblicità di ICO e criptovalute sulla sua piattaforma. Mentre alcuni allarmisti hanno parlato di boicottaggio, nell’articolo linkato viene spiegato perché pare invece una contromisura responsabile. Idea la quale pare condividere anche la CFTC e la SEC. Adesso è stato segnalato che AdWords, il servizio pubblicitario di Google pare star prendendo provvedimenti simili. A seguire i dettagli.
Le segnalazioni
Alcuni inserzionisti che utilizzano Google AdWords per promuovere attività correlate alle criptovalute stanno vedendo un calo nelle visualizzazioni dei loro annunci. Altri utenti invece lamentano la sospensione sia dei loro annunci che dei loro account. Questo è quanto segnalato da Finance Magnates l’8 marzo.
Ufficialmente, la Google non ha alcuna politica particolare per quanto riguarda le criptovalute e gli ICO. Ma voci preoccupate provenienti dal settore delle criptovalute e del marketing dipingono un’immagine molto diversa. Google ha una politica molto elaborata su come pubblicizzare sulla sua piattaforma, soprattutto quando si tratta di imprese che offrono servizi finanziari. Sembra che, quando si tratta di imprese del settore delle criptovalute, il suo approccio sia molto più rigoroso e meno tollerante di quanto non lo sia nei confronti di altre industrie.
Secondo i dati forniti a Magnates Finanza anonimamente dalla società di marketing di un’ICO, le visualizzazioni dei suoi annunci pubblicitari per mezzo di AdWords sono scese di migliaia. Di seguito sono riportate due tabelle (fornite da parte di Finance Magnates) che mostrano le visualizzazioni degli annunci pubblicitari dell’azienda in un periodo di 24 ore. Da notare la differenza tra quella del primo giorno rispetto quella del secondo.
Questa variazione nei numeri ha coinciso con il momento in cui gli annunci relativi alle critpovalute hanno cominciato ad essere definiti “limitati” al momento della presentazione. (Mostrato nell’immagine sottostante il messaggio in questione).
Account sospesi
L’ utente anas b ha scritto che l’account della sua società di sviluppo Blockchain è stato terminato a causa di “false dichiarazioni” senza alcuna possibilità di rimessa in servizio:
“Ho analizzato il sito web che è www.blockobi.com completamente e non ho trovato alcuna ragione per cui dovrebbe star violando le condizioni di google. La nostra attività è “sviluppo tecnologico blockchain”. Forniamo servizi negli Emirati Arabi Uniti. Vi prego di suggerire quello che devo fare a questo proposito, in quanto il team di Google non chiarisce qual’è il problema/la preoccupazione che ha portato alla sospensione del nostro account.”
In un altro caso è dato dalla startup blockchain finlandese Lamium, che un mese fa ha cercato di pubblicizzare la sua piattaforma su Google. La startup in questione, infatti, un mese fa ha visto la fine non solo della sua pubblicità, ma anche del suo account Google Ads. “Capisco allora perché l’annuncio è stato sospeso, ma perché l’account stesso è stato sospeso?” ha scritto sulla pagina di supporto Google AdWords. Un caso simile è accaduto ad una piattaforma di algo-trading, Crypto Bot Settings, la quale ha visto anche il suo account sospeso. E la lista continua ad espandersi.
Google non dà spiegazioni
Mentre diversi inserzionisti hanno ottenuto un diverso ragionamento dal supporto di Google AdWords per la sospensione dei loro account, c’è consenso sul forum ufficiale che tutti gli inserzionisti coinvolti provengono dal settore delle criptovalute.
Finanza Magnates ha contattato Google e ha ricevuto una risposta che nega qualsiasi modifica alla politica ufficiale:
Segue una traduzione del messaggio:
“Grazie per aver contattato il supporto di Adwords!
Le nostre condizioni dei servizi finanziari non fanno presente niente a riguardo degli ICO o delle criptovalute e, di conseguenza, la promozione di queste è permesso sulla nostra piattaforma. È stato Facebook quello che ha effettivamente proibito la promozione delle criptovalute sulla loro piattaforma. Puoi leggere di più a riguardo delle nostre condizionin dei servizi finanziari in qualunque momento.
Spero di esser stato d’aiuto, sentiti livero di contattarci in qualunque momento!”
Una possibile motivazione
A giudicare dall’elenco delle pratiche menzionate nella politica ufficiale di Google che meritano di limitare una inserzione, la definizione più vicina alle criptovalute sarebbe il gioco d’azzardo. Financial Magnates si chiede se potesse essere questa l’interpretazione di Google del settore delle criptovalute. Ma un punto di vista più realistico è che questa sia una reazione all’abbondanza di truffe e l’insicurezza regolamentare del settore.
YouTube segue Adwords
Ma questo approccio verso le criptovalute non sembra essere limitato all’ambito pubblicitario. Alcuni youtuber del settore segnalano che i loro canali sono limitati o addirittura rimossi. Le restrizioni includono demonetizzazione, cancellazione della funzione Live Video e altro ancora.
I hashtag di protesta #YouTubePurge e #YouTubePurge sono in tendenza da un po’ di tempo su Twitter. Oramai è utilizzato anche da creatori di contenuti relativi alle criptovalute. In un caso, Bad Crypto, uno dei podcast cripto più popolari, non è disponibile su Youtube da questa settimana.
Hmm I wonder if Facebook & Google are trying to ban crypto leaders in addition to ads. Love your podcasts
— JoeAtwal.eth (@Joetherealtor) March 4, 2018
Il tweet riportato, tradotto:
“Bad Crypto Podcast: Siamo parte del grande YouTube purge. Hanno bannato il nostro canale e non vogliono dire perché. Altro che “Il tuo conentuto è contro le linee guide della nostra comunità”. Link alla ricerca del canale su YouTube. Non trattiamo nemmeno temi politici e ci hanno bannato. La censura non è bella.
Joe Atwal: Mi chiedo se Facebook e Google stanno cercando di bandire i leader del settore delle criptovalute oltre alle pubblicità. Amo i tuoi podcast.”
Twitter segue l’esempio
Come segnalato da Finance Magnates, Jack Dorsey, l’amministratore delegato di Twitter, ha annunciato contromisure alla minaccia delle truffe del settore delle criptovalute. Twitter è stato utilizzato molto dai truffatori a scopo di phishing. Twitter sta ora rispondendo all’epidemia. Ha rilasciato una dichiarazione a Newsweek:
“Siamo consapevoli di questa forma di manipolazione e stiamo implementando in modo proattivo una serie di contromisure per evitare che questo genere di account comunichi con gli altri in modo ingannevole”.
A seguire un tweet di Emin Gün Sirer, professore associato all’ Università di Cornell:
We are on it.
— jack (@jack) March 6, 2018
Segue la traduzione:
“Emin Gün Sirer: Queste truffe stanno sfuggendo di mano. @FondatoreDiTwitter @Twitter, se non potete rilevare questo genere di truffa sfacciata, quale speranza avete di migliorare la vostra piattaforma?
Jack (Fondatore di Twitter): Ce ne stiamo occupando.”
Cos’è il phishing?
Il phishing è una forma di frode in cui un la parte disonesta cerca di farsi credere una entità o persona rispettabile tradizionalmente per mezzo di posta elettronica ma oramai anche altri canali di comunicazione. L’aggressore usa i mezzi di comunicazione per distribuire link o allegati dannosi che possono svolgere una serie di funzioni. Tradizionalmente il solito scopo del phishing era l’ottenimento delle credenziali di login o delle informazioni dell’account dalle vittime. Ma adesso spesso invece si tratta di persone le quali offrono di aumentare le quantità di criptovalute che vengono a loro inviate.
Il fenomeno è di entità tale che Vitalik Buterin, il cofondatore di Ethereum, ha impostato “Non regalo Ethereum” come parte del suo nome Twitter.
No, I'm not giving away ETH.
— vitalik.eth (@VitalikButerin) March 4, 2018
Il tweet dichiara letteralmente: “No, non regalo ETH”.
Conclusione
La maggior parte di questi accorgimenti dovrebbero essere a dire il vero visti di buon occhio. Questo nonostante l’impedimento pubblicitario delle imprese del settore rallenterà lo sviluppo. Il motivo è semplice: rendere più difficile l’accesso alla notorietà aiuterà a scartare le startup meno degne di finanziamento. Insomma, chi va piano va lontano. Questi provvedimenti rendono più difficile il trovare vittime agli ICO fraudolenti che non ottengono notorietà semplicemente grazie ai meriti. Di conseguenza, nel lungo andare probabilmente il settore diverrà meno “insidioso”.
Ma resta un interrogativo:
Perché rimuovere gli account AdWords e YouTube oltre alle inserzioni?
A questo, per il momento, non è stato possibile trovare una risposta fondata.