Il figlio di Ol’ Dirty Bastard del Wu-Tang Clan crea la criptovaluta Dirty Coin

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Il figlio di Ol’ Dirty Bastard del Wu-Tang Clan crea la criptovaluta Dirty Coin

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

Il figlio del membro del Wu-Tang Clan chiamato “Ol’ Dirty Bastard” (ODB), scomparso nel 2004, sta progettando di lanciare una “criptovaluta per artisti”. Il nome del token ideato dal rapper statunitense in questione è Dirty Coin (una traduzione letterale nella lingua italiana è “Moneta Sporca”). In questo articolo ripercorreremo i dettagli noti di questo progetto.

wu tang clan

I dettagli del progetto

Bar-Son James chiamato anche Young Dirty creerà il “Dirty Coin” in collaborazione con suo padre Ol’ Dirty Bastard, Link Media Partners e una società di intrattenimento del settore. Dirty Coin sarà un token sulla blockchain TAO. Sempre quest’anno, una volta lanciato, il token sarà scambiato sull’exchange AltMarket.

La funzione del Dirty Coin

Il token sarà utilizzato per finanziare il prossimo album di Young Dirty e consentirà agli appassionati di musica di accedere agli spettacoli e di comprare il merchandise di Bar-Son James.
In un’intervista Young Dirty ha dichiarato:

“Fondamentalmente se i fan hanno comprato Dirty Coin prima del concerto, hanno maggiori possibilità di entrare, probabilmente ad un prezzo estremamente basso. È quindi una grande opportunità per i nostri fan.”

L’inizio di una possibile iniziativa su larga scala nell’industria?

Il rapper ha anche detto che l’iniziativa potrebbe incoraggiare altri artisti a considerare il token:

“Quando altri artisti saranno coinvolti, credo che ci sarà una reazione a catena”,

È previsto che la moneta venga emessa la prossima estate e il Dirty Coin sarà finanziato per mezzo di un “Initial Artist Offering”, ha affermato Young Dirty.

Lo scopo dell’iniziativa

Lo scopo dell’iniziativa è quello di offrire una maggiore libertà agli artisti che in un sistema simile non saranno più costretti a tenere conto della volontà delle case discografiche o cedere grandi fette del loro guadagno a intermediari. Il CEO di AltMarket, Bryce Weiner ha infatti spiegato:

“La musica prospera creativamente e finanziariamente quando è nelle mani dell’artista stesso. Eliminando il cartellino del prezzo della sperimentazione, siamo in grado di migliorare la situazione sia per l’artista che per i suoi fan.”

Il rapper, spiegando cosa suo padre avrebbe pensato a riguardo delle criptovalute e del Bitcoin, ha detto:

“Avrebbe detto qualcosa come: ‘ Sapevo che doveva accadere’.”

Conclusione

Quello che stiamo vedendo è che le criptovalute ed i token non si distinguono più soltanto per caratteristiche tecniche e finanziarie. In determinati settori il nome, il fondatore e l’immagine (forse perfino lo “stile”) attribuiti ad una determinata criptovaluta o token possono rivelarsi altrettanto importanti. Questa non è la prima iniziativa che intende “liberare” gli artisti dagli intermediari. Un fenomeno simile si verifica anche nel settore degli influencer, come mostrano progetti quali Patron o MiBoodle. Musicoin, ad esempio è un progetto già ben affermato nel settore della musica che è dotato di un capitale di mercato totale di oltre 12 milioni di euro. Ma questo non significa affatto che il Dirty Coin è destinato a fallire.

Questo semplicemente perché è da aspettarsi che i fan di un musicista che opera nella stessa nicchia di Young Dirty potrebbero gradire il Dirty Coin di più, semplicemente per via del “brand”. Fenomeni simili si stanno verificando anche per mezzo di grandi aziende che creano propri token, come Burger King con il Whoppercoin e come pare stia per fare Starbucks. Detto questo, ancora troppi pochi dettagli a riguardo di questo progetto sono stati rilasciati perchè sia possibile dire quanto sia consigliabile come investimento il Dirty Coin. Quanto è certo, però, è che questo sia uno sviluppo decisamente interessante.