Sekisui House lavora all’integrazione della tecnologia blockchain per facilitare i processi dei contratti d’affitto e di leasing
Sekisui House, uno dei più grandi costruttori di case in Giappone, prepara i suoi contratti per la realizzazione di alcune case da affittare.
In un comunicato pubblicato ieri sul sito web, Sekisui House informa che userà la blockchain per i contratti di locazione di abitazioni da dare in affitto, che includono anche le utenze dell’acqua, dell’elettricità e del gas. La società stima che queste misure saranno operative prima di marzo 2021.
Gli utenti che vivono nelle case in affitto “shamaison”, potranno registrare il loro indirizzo e numero di telefono ed entrare in possesso della casa, senza doversi mai mettere in contatto diretto con un agente immobiliare.
La tecnologia attualmente disponibile consente ai clienti di Sekisui House di aprire e chiudere le porte di casa usando direttamente lo smartphone.
In altre nazioni i costruttori di case hanno richiesto a gran voce che i contratti di affitto degli immobili possano essere registrati su blockchain. Nel giugno 2019 le autorità di regolamentazione di Malta hanno imposto la registrazione dei contratti su una blockchain in modo che potessero essere protetti contro manomissioni e che ai proprietari fosse garantito un accesso autorizzato.
Un mese dopo la società giapponese bitFlyer blockchain ha annunciato d’aver stretto una collaborazione con la Sumitomo Corporation per avviare un’attività immobiliare che operi con smart contract sulla sua blockchain Miyabi.
Nel 2017 Sekisui House ha avviato la progettazione di un sistema di gestione delle informazioni immobiliari con una blockchain in collaborazione con KDDI e Hitachi. Il gigante dell’edilizia residenziale è membro di Nexchain, il quale è un consorzio di aziende che condividono conoscenze, compresi gli sviluppi della tecnologia blockchain.
Il Giappone ha accolto con favore l’uso della tecnologia blockchain e in un rapporto pubblicato dal World Economic Forum (WEF), il paese è stato inserito nella top ten dei 10 paesi pronti per l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT adoption). Lo studio ha preso in considerazione le competenze, le infrastrutture, l’accessibilità economica, la disponibilità del mercato e il ruolo del governo.
La loro disponibilità a ricercare e sviluppare tecnologie blockchain in diversi settori non deve sorprendere considerando il fatto che il Giappone è stato il primo paese a riconoscere il Bitcoin come metodo di pagamento legale.
L’applicazione della blockchain al di fuori del settore delle criptovalute è sempre più evidente, infatti viene usato nel settore immobiliare, nella produzione, nei trasporti, nella logistica, nella vendita al dettaglio, nella sanità e persino nelle attività governative.
Stando a una recente notizia, la Banca centrale dell’Arabia Saudita ha usato la tecnologia blockchain per eseguire depositi e trasferimenti di denaro.
Anche la Cina fa uso della tecnologia dei distributed ledger per emettere un asset legato ai titoli a breve scadenza (Asset backed commercial paper – ABCP), che nel mercato finanziario del paese valgono 17 miliardi di dollari.