Il SECP sembra muoversi verso un approccio che prevede il libero mercato
Si vocifera che il Pakistan Securities and Exchange Commission (SECP) starebbe progettando una normativa introduttiva relativa alle criptovalute. L’Autorità ha pubblicato un documento il 6 novembre scorso che illustra la loro posizione nei confronti delle piattaforme di trading degli asset digitali, con la precisazione che il documento “si concentra esclusivamente sui crypto asset emessi da enti non governativi o da banche non centrali e non sulla valuta digitale della banca centrale”.
Il SECP ha dichiarato che è aperto a qualsiasi commento e suggerimento riguardo al documento e che l’obiettivo del documento è di fornire un sistema per l’operatività e la regolamentazione degli asset digitali nel paese, oltre che fornire un percorso chiaro per la progettazione e lo sviluppo di un solido quadro normativo.
Il documento fornisce anche due approcci alla regolamentazione del settore delle criptomonete all’interno del Paese. La prima proposta prevede di regolamentare e limitare i nuovi prodotti con riferimento alle normative esistenti, che “in alcuni casi possono anche comportare un divieto assoluto”.
Il SECP ha dichiarato che se questo approccio sarà applicato sul territorio nazionale, gli innovatori saranno “obbligati ad adattarsi” alle normative vigenti in Pakistan.
La seconda opzione allo studio prevede un approccio più liberale, consentendo all’industria di crescere con un po’ più di margine di manovra e meno interferenze governative o normative. Nel frattempo il SECP sposterebbe la sua attenzione sullo sviluppo delle sue politiche osservando il comportamento del mercato nel Paese.
Il SECP ha riferito che il nuovo documento è stato preparato per lo più tenendo conto del secondo approccio sopra menzionato, ovvero l’opzione di un libero mercato. L’Autorità assicura i cittadini che si adopererà per mantenere la protezione dei consumatori e degli investitori, costruendo una barriera di difesa contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Il documento recepisce anche le raccomandazioni sull’argomento che sono state date dal Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI-FATF), nonché le normative pertinenti negli Stati Uniti, in Malesia e Hong Kong.
La Banca centrale del Pakistan ha chiarito che le criptovalute non sono vietate nel paese. Mentre l’avvocato rappresentante della Banca centrale ha informato l’Alta Corte del Sindh che la Banca ha rilasciato un avvertimento sul commercio di criptovalute, anche se non ha del tutto vietato l’uso.
La banca centrale pachistana aveva già espresso le sue riserve sulle criptovalute e ad aprile del 2018 aveva emanato una circolare rivolta alle istituzioni finanziarie invitandole “ad astenersi dall’elaborare, utilizzare, commerciare, detenere, trasferire valore, promuovere e investire in valute/token virtuali”.
Anche gli istituti finanziari sono stati scoraggiati dall’agevolare i titolari di conti nelle loro transazioni con le valute virtuali e le ICO. Qualsiasi transazione effettuata e relativa ai crypto asset sarebbe stata segnalata come sospetta all’unità di monitoraggio finanziario.