Turbolenze e scandali in casa IOTA si presentano regolarmente quest’anno e sembrano aver raggiunto l’apice con la destituzione del Consiglio di Amministrazione da parte dei fondatori, che di fatto hanno messo la Fondazione sotto revisione interna.
La notizia ha destato non poca preoccupazione tra gli investitori, indecisi se comprare IOTA o restare in attesa dei chiarimenti. Qui vogliamo appunto capire approfonditamente come stanno le cose.
La conversazione privata resa pubblica
Tutto è partito da uno stralcio di conversazione avvenuta su Slack tra i membri fondatori di IOTA, resa pubblica da Sergey Ivancheglo uno dei fondatori del sistema basato su Tangle ma non facente parte del Consiglio di amministrazione della fondazione.
Sergey nello stralcio svela di aver chiesto al presidente del consiglio di amministrazione, Dominik Schiener, di dimettersi.
Lo stesso consiglio di amministrazione ha dovuto emettere un tempestivo comunicato stampa, datato 8 agosto 2018, per tamponare l’imprevista fuga d’informazioni riservate e scongiurare ulteriori ripercussioni all’intero ecosistema IOTA in fase di sviluppo.
Due fondatori di IOTA alla porta in attesa di entrare
Il comunicato spiega che due dei fondatori, Sergey Ivancheglo e Serguei Popov, “per ragioni di tempo e semplicità, decisero di non entrare a far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione”.
A marzo 2018, uno dei fondatori, David Sønstebø, ha suggerito di correggere la situazione invitando i due fondatori a entrare nel board ufficiale. La decisione di ammissione è stata unanime sottolinea il comunicato, ma richiedeva la modifica dello statuto della fondazione.
Dal momento che la fondazione è registrata in Germania e le leggi dello stato tedesco prevedono uno speciale iter per la modifica dello statuto di un ente non-profit, l’ammissione dei due fondatori al board sta richiedendo più tempo. Solo a settembre 2018, infatti, la modifica dello statuto sarà presa in considerazione dal Consiglio di Vigilanza che per legge deve approvare la modifica allo statuto.
Le dilungazioni burocratiche non sono state le uniche motivazioni che hanno dilatato i tempi. Per stessa ammissione dei fondatori, “non è stata data sufficiente priorità a questa situazione.”
La pezza: il memorandum d’intesa
Il consiglio della fondazione ha messo una pezza alla situazione, per evitare che lo strappo si allargasse e coinvolgesse i mercati e il prezzo di IOTA. Con un memorandum d’intesa i due fondatori sono stati ammessi in via straordinaria in attesa che a settembre venga risolto il problema.
Nella stessa nota ufficiale si precisa che la richiesta di dimissioni gridata da Ivancheglo a Schiener è stata solo una esternazione emotiva dovuta al dilungamento dei tempi per la loro ammissione.
Motivi economici dietro il litigio?
Il comunicato, proprio nella parte introduttiva, sembra dare la reale chiave di lettura di quanto sta accadendo tra i membri della fondazione. L’ecosistema decentralizzato vale oggi 1,2 miliardi di dollari USA ma a dicembre 2017 aveva raggiunto i 14 miliardi di USD. Cifre da far girare la testa a chiunque, mettendo a dura prova le amicizie più consolidate. Amici poi diventati fondatori, dice il testo del comunicato, e quindi responsabili di un progetto che vale una montagna di soldi: non sempre si è disponibili a spartire il potere economico con tante persone anche se prima li chiamavamo amici.