Facendo riferimento a una dichiarazione inviata via e-mail da Kraken, Bloomberg riferisce che l’exchange con sede a San Francisco sta chiudendo “tutti i suoi servizi” in Giappone. L’uscita è prevista per giugno 2018. Tuttavia, l’exchange ha lasciato la porta aperta ad un rientro in futuro.
I dettagli
Kraken ha dichiarato:
“La sospensione dei servizi per i residenti in Giappone ci permetterà di concentrare maggiormente le nostre risorse per migliorare in altre aree geografiche. Si tratta di una sospensione localizzata del servizio che riguarda solo i residenti in Giappone e non ha alcun impatto sui servizi per i cittadini o le imprese giapponesi domiciliati al di fuori del Giappone.”
Kraken, uno dei più vecchi exchange di criptovalute al mondo, ha raccolto milioni di investimenti da parte di finanziatori giapponesi. Tra questi è presetne il ramo di venture capital del gigante bancario SBI, investitore principale del secondo round di finanziamenti all’inizio del 2016. Durante questo finanziamento sono stati raccolti vari milioni. All’epoca, Kraken ha delineato i suoi piani per utilizzare i finanziamenti per promuovere i servizi basati su criptovalute, in particolare Bitcoin ed Etereum, in Giappone.
La dichiarazione di Kraken giunge nel momento in cui l’Agenzia per i Servizi Finanziari (FSA), l’autorità di regolamentazione finanziaria giapponese, sta aumentando il suo controllo sugli operatori di exchange nazionali. Questi camiamenti riguardano sia gli exchange già operativi che quelli richiedenti una licenza nel paese. A marzo, l’AFF ha inviato un avvertimento formale a Binance, la più grande borsa di criptovalute del mondo. Questo per aver operato nel Paese senza essersi registrata e senza aver ottenuto una licenza dall’agenzia.
Le ampie conseguenze di una hack
Lo scrutinio dilagante segue il furto di 530 milioni di dollari in token NEM da Coincheck. Questo è stato il probabile motivo per cui l’exchange è stato venduto. L’exchange di Tokyo, ora l’evento è conosciuto come il più grande furto di criptovaluta della storia. L’attenzione dovuta al furto ha portato l’invio ad alcuni exchange ordini di sospensione da parte delle autorità. La FSA ha anche preso il drastico provvedimento di impartire ordini di chiusura a due exchange alla fine di marzo. Altrove, SBI Virtual Valrencies, la borsa gestita dal gigante bancario giapponese SBI, ha rinviato il suo lancio dopo aver deciso che avrebbe dovuto rafforzare ulteriormente la sua posizione in materia di sicurezza informatica prima di lanciare i servizi.
Tuttavia, il Giappone rimane tra le giurisdizioni più amiche per le attività riguardanti le criptovalute. All’inizio di questo mese, un gruppo di lavoro sostenuto dal governo ha proposto nuove linee guida volte a legalizzare e regolamentare gli ICO nel paese. Il riconoscimento del Bitcoin come metodo legale di pagamento e l’avvento delle criptovalute nella società giapponese ha visto anche i grandi giganti aziendali giapponesi interessarsi al settore. La scorsa settimana, il gigante di internet Yahoo Japan ha confermato la sua intenzione di acquistare una quota del 40% dell’exchange di Tokyo BitARG. Pagando tra i 2 miliardi e i 3 miliardi di yen riportati, l’equivalente di una cifra compresa tra i 18,5 milioni e i 27,8 milioni di dollari.
Conclusione
Le regolamentazioni sempre più presenti ovviamente hanno conseguenze negative su molte aziende. In particolare si può citare come la decisione di definire i token degli ICO titoli da parte della SEC come azione dalle ampie conseguenze. Ma in realtà non solo attività che comprendono l’utilizzo di token sono caduti in simili guai. Infatti anche i contratti di cloud mining paiono appartenere alla categoria dei titoli. Genesis mining l0 ha capito nel modo più dolente, quando ha ricevuto un ordine di cessare e desistere.
Nel lungo termine però, una volta che sono stati stabiliti gli equilibri regolamentari, c’è da aspettarsi tutto ciò porterà ad una situazione migliore per gli investitori. Una maggiore tutela in particolar modo. Ma per il momento, questi sono eventi che squilibrano un po’ il mercato. Anche se, vale a dire, il peggio sembra essere passato.