La Banca centrale del Giappone avvia la ricerca sullo yen digitale

La Banca centrale del Giappone avvia la ricerca sullo yen digitale

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

La Banca centrale del Giappone ha appena annunciato la sua intenzione di avviare la ricerca e lo sviluppo di una sua valuta digitale, lo yen digitale.

La Banca Centrale del Giappone ha annunciato l’avvio della sperimentazione di una valuta digitale della banca centrale (CBDC) per verificare la sua fattibilità sotto il profilo tecnico.

È la prima volta che la Banca del Giappone esprime l’intenzione di avviare un processo di Proof of Concept (POC) per lo yen digitale. La Banca non ha comunque presentato una roadmap che definisce i tempi della ricerca e dello sviluppo.

Secondo un rapporto pubblicato dalla Banca dal titolo Technical Hurdles for CBDC, si “verificherà la fattibilità della CBDC da un punto di vista tecnico, si promuoverà la collaborazione con altre banche centrali e con gli istituti interessati e si prenderà in considerazione l’introduzione di una CBDC”.

La Banca del Giappone ritiene che i due principali ostacoli tecnici che incontrerà nel corso del suo studio saranno la garanzia di un accesso universale alla tecnologia e la costruzione di una buona resilienza per l’asset.

Secondo uno studio condotto da Nikkei nel 2018, soltanto il 65% dei giapponesi possiede uno smartphone. La banca centrale ha enfatizzato che sarà importante sviluppare un CBDC che sia disponibile per una grande varietà di utenti.

Quando si parla di resilienza di una CBDC ci si riferisce alla capacità della valuta di essere disponibile offline se manca l’elettricità. La banca centrale ha fatto di questa caratteristica una priorità, in quanto influenza la capacità della CDBC di essere usata in situazioni di emergenza come i terremoti.

La Banca del Giappone discute sull’opportunità di usare la blockchain per la loro CBDC. Si ritiene che un sistema centralizzato possa velocizzare le transazioni e sia capace di produrre un volume di lavoro significativo, così come si ritiene accettabile avere un singolo punto di guasto (point of failure).

All’opposto, una CBDC basata sulla tecnologia dei registri distribuiti (DLT) non andrebbe soggetta ai singoli punti di guasto e risulterebbe più resistente. Ma è anche vero che quest’ultima soluzione richiede tempi nelle transazioni più lunghi perché la rete distribuita ha bisogno di trovare il consenso tra i validatori.

“Sia il modello centralizzato che quello decentralizzato hanno pro e contro […] nel caso di massicci flussi di transazioni nell’uso al dettaglio nei paesi avanzati, sarebbe meglio adottare il modello centralizzato […] nel caso in cui la quantità di transazioni è limitata e la resilienza e le possibilità future siano prioritarie, c’è spazio per considerare il modello decentralizzato”, questo quanto ha spiegato la Banca del Giappone.

A gennaio è stato annunciato che le banche della zona euro, Regno Unito, Canada, Svizzera, Svezia e Giappone collaboreranno su un progetto di ricerca dedicato alle valute digitali.