La banca centrale inglese non ha affatto deciso di escludere la possibilità di emettere una propria criptovaluta. Una svolta interessante visto che in passato le dichiarazioni hanno fatto intendere proprio questo. La discussione si riaccende dopo il rilascio del documento che tratta delle criptovalute emesse da banche centrali rilasciato dalla banca centrale in questione.
I dettagli
Mark Carney, il governatore della Banca d’Inghilterra, parlando durante un panel a Stoccolma sul futuro delle banche centrali, ha detto che avrebbe preso in considerazione l’emissione di una criptovaluta dalla banca centrale. Ha però anche fatto presente che non è una preoccupazione urgente, secondo Bloomberg. Ha confermato precedenti dichiarazioni secondo cui le criptovalute non funzionano attualmente come denaro.
All’inizio di quest’anno, la banca ha dichiarato che non lancerà una criptovaluta a causa delle possibili conseguenze sul sistema finanziario. La banca, che ha iniziato a esplorare le criptovalute nel 2015, alla fine è giunta ad una interessante conclusione. In particolare la banca presume che i consumatori avrebbero scelto la sua criptovaluta e chiuso i loro conti di banca commerciale. Questo scatenerebbe il caos nel sistema finanziario. Una conseguenza simile a quella prevista dai documenti che ho trattato in passato in questo articolo su una futura criptovaluta emessa da una banca centrale sulla blockchain di Stellar Lumens sviluppata dalla IBM. La banca ha inoltre espresso un altro timore. La paura è quella di perdere la capacità di utilizzare la propria politica dei tassi d’interesse.
Un discreto entusiasmo per il potenziale della blockchain
All’epoca, tuttavia, Carney ha anche osservato che l’impiego della tecnologia blockchain presentava dei vantaggi per le banche centrali. Ma, tra le altre cose, in particolare ha affermato che porta stabilità finaziaria. Nel mese di aprile, la banca centrale inglese ha rilasciato un documento che analizza i modi per condividere informazioni in una rete sicura. La banca si è avvalsa dei servizi di Chain, un fornitore di servizi blockchain, per sviluppare una soluzione.
La banca ha affermato che il mantenimento dei dati nell’intera rete e il miglioramento della privacy degli utenti sono in una fase preliminare. Nonostante questo ha precisato che la possibilità di raggiungere simili obiettivi è ancora presente. Nel 2016 la banca ha iniziato a collaborare con aziende fintech e ha avviato il programma “Fintech Accelerator”. In passato, infatti, ha collaborato con Ripple, BitSight, PwC, Enforcd e MindBridge Analytics Inc.
Conclusione
L’adozione di questa tecnologia sembra oramai una questione di quando e non se. Insomma, oramai possiamo essere ben sicuri che a breve vedremo una criptovaluta nazionale, grazie alle dichiarazioni della IBM. Oltre a questo piattaforme come quella adesso offerta dalla Amazon o Huawei sono destinate a accelerare immensamente lo sviluppo. Al contempo un accesso semplice a criptovalute e blockchain verrà a presto offerto ai consumatori per mezzo di smartphone appositi rilasciati dalla HTC, Huawei (secondo maggior produttore di smartphone al mondo) oltre che il molto meno famoso Sirin Labs. Ma, seppur molto meno definito, è forse ben più interessante lo sforzo della Google che ha cercato di assumere nientemeno che Vitalik Buterin, conosciuto in quanto creatore dell’Ethereum.
Insomma, l’idea la Google stia lavorando alla blockchain stuzzica di certo la fantasia. Questo sopratutto visto che oltre al offrire servizi che praticamente tutti usiamo nei quali poter integrare una propria blockchain, la multinazionale in questione ha controllo sull’intero ecosistem Android. Questa di certo non è cosa da poco in quanto una integrazione in android di certi componenti potrebbe portare in esistenza una criptovaluta che diverrebbe instantaneamente quella più adottata al mondo.