L’associazione‌ ‌blockchain‌ coreana‌ chiede‌ ‌venga‌ ‌respinta‌ ‌la‌ ‌legge‌ sulle‌ tasse‌ per‌ le‌ criptovalute‌

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L’associazione‌ ‌blockchain‌ coreana‌ chiede‌ ‌venga‌ ‌respinta‌ ‌la‌ ‌legge‌ sulle‌ tasse‌ per‌ le‌ criptovalute‌

By Benson Toti - min. di lettura
Aggiornato 16 March 2023

L’associazione è preoccupata per il fatto che le imprese non riusciranno a soddisfare le richieste nei tempi previsti

L’associazione blockchain della Corea del Sud (KBA) chiede un rinvio di due anni dell’attuazione del nuovo piano di tassazione del trading con le criptovalute stabilito al 20%.

News1 Korea, un quotidiano online, ha reso noto che la KBA ha chiesto alle autorità di regolamentazione di post porre a gennaio 2023 l’introduzione del nuovo regime di tassazione previsto dal governo della Corea del Sud.

La KBA non si è esplicitamente schierata contro l’aliquota del 20%, ma sostiene che gli exchange e le società del settore hanno bisogno di un “periodo ragionevole” per implementare la normativa che prevede la nuova imposta sulle rendite.

Uno dei motivi per cui la KBA ha presentato una richiesta di rinvio riguarda la breve finestra temporale che intercorre tra l’entrata in vigore del nuovo regime di tassazione e il vecchio. Gli exchange hanno tempo fino a settembre 2021 per fornire informazioni sulle operazioni che rientrano nella precedente normativa fiscale.

La KBA ritiene che l’attuazione dall’1 ottobre 2021 della nuova normativa, voluta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze coreano, renderebbe difficile il rispetto delle nuove normative in meno di 24 ore: 31 settembre 2021 – 1 ottobre 2021.

Oh Gap-Spp, presidente della Korea Blockchain Association, ha suggerito che siccome è la prima volta che il governo si occupa della tassazione degli asset digitali, gli si può chiedere un rinvio temporaneo dell’attuazione della legge fiscale. Le autorità di regolamentazione, inoltre, potrebbero non essere pronte ad accettare le informazioni passate dalle imprese del settore, il che fa temere che da ottobre 2021 ci potrebbero essere delle difficoltà nel continuare ad operare.

“Il settore riscontra molte difficoltà nel prepararsi per il nuovo regime di tassazione perché non è dotata di una infrastruttura fiscale, e si trova in una situazione di incertezza sul fatto se l’attività continuerà o meno nel passaggio all’applicazione della Legge sui Pagamenti Speciali. È necessario prevedere un ragionevole periodo minimo di preparazione affinché il settore possa contribuire all’economia nazionale e garantire un gettito fiscale a lungo termine,” ha detto.

Il nuovo piano fiscale prevede che le plusvalenze derivanti da valute virtuali e da attività dematerializzate siano classificate come reddito imponibile calcolato su base annua. Qualsiasi reddito derivante da attività virtuali al di sotto dei 2.000 dollari, non sarà però tassato perché considerato al disotto della soglia minima. Qualsiasi reddito superiore a tale soglia sarà tassato al 20%.