Bitcoin cash ha regalato un fine settimana da incubo per alcuni, molto ricco per altri. Il tramonto di segwit2x ha aperto uno scenario forse inaspettato. Dopo l’euforia per la notizia, presa come un buon segnale, si è tornati alla realtà: bitcoin continua ad avere problemi di scalabilità.
Bitcoin cash è stato visto da tutti come l’alternativa possibile. Sostenuto dalla pubblicità massiccia dei suoi proponenti e dal comunicato di bitcoin classic, il prezzo di BCH è salito, mentre bitcoin ha perso l’appiglio a quota 7.500 USD (fonte: eToro).
Il prezzo di bitcoin cash raggiunge i 2.860 USD
La notizia del fondatore di bitcoin classic, Tom Zander, ha dato la spinta definitiva alle due criptovalute. Venerdì 10 novembre Tom annuncia la chiusura del progetto entro poche settimane. Motivo? Bitcoin cash è il naturale prosecutore della visione che classic aveva quando è nato a febbraio 2016. Una visione che guarda a una blockchain con un blocco a 2MB (BCH va oltre: 8MB), transazioni più veloci e costi di commissione ridotti. Ma Tom azzarda di più nel comunicato stampa, afferma che entro i prossimi 6 mesi bitcoin cash perderà ‘cash’ e sarà semplicemente bitcoin.
E l’attuale bitcoin? Per Tom Z., il suo nome è ormai bitcoin legacy, perché il progetto iniziale si è sostanzialmente allontanato dalla visione di Satoshi Nakamoto.
A questo punto bitcoin non trova più appigli. In quattro giorni (dal 9 al 12 novembre) perde 2.619 USD di valore schiantandosi a quota 5.151 USD. Nel frattempo bitcoin cash raggiunge i 2.860 USD di valore e sembra davvero la fine per bitcoin ‘legacy’.
Bitcoin cash è una pump and dump?
Ma qualcosa cambia. Bitcoin cash domenica 12 novembre tocca i 2.860 USD di prezzo, per poi chiudere a 1.367 USD.
A questo punto alcuni esperti di settore ipotizzano che bitcoin cash è una pump and dump, buona solo per alcuni a fare soldi facili sul momento.
La tecnica del pump and dump (‘pompa e sgonfia’) è una tipologia di frode che serve a far lievitare artificialmente il prezzo di un moneta o di un’azione a basso valore, con l’obiettivo di vendere la stessa quando ha raggiunto un valore superiore (fonte: borsaitaliana.it). La tecnica si basa sul fare pubblicità massiccia a favore dell’asset da spingere verso l’alto.
Non solo una questione di prezzi gonfiati
Analizzando meglio la situazione si scopre che intorno bitcoin cash non si è mosso solo il trader. Anche i miners danno il loro supporto nei confronti dell’hard fork dell’1 agosto. Il 12 novembre sera l’hashrate di BCH è a 6.84, contro i 3.43 di BTC (fonte: fork.lol).
Anche in questo caso si è trattato di una euforia del momento, perché i miners sono tornati a fare il mining di bitcoin in massa: 9.93 BTC contro 0.73 BCH (vedi immagine sotto). Ma il movimento dei miners è strategico e si chiama hard fork.
Bitcoin cash perde il 60% a causa del fork?
Il bitcoin si riprende dallo sconvolgimento e torna a salire, probabilmente sostenuto dall’annuncio dell’hard fork sulla chain di bitcoin cash programmato per le ore 7 p.m. GMT di oggi 13 novembre.
Bitcoin ABC, tra gli sviluppatori di BCH, ha pubblicato la versione 0.16.0 del client di bitcoin cash, contenente un aggiornamento dell’algoritmo di regolazione della difficulty (DAA). L’aggiornamento è conosciuto dai miners, fanno sapere nel comunicato e la decisione è stata presa per ridurre la fluttuazione selvaggia dell’hashrate.
Una cosa è certa a questo punto. Terminata la battaglia con segwit2x, per bitcoin si è aperto un nuovo fronte contro bitcoin cash.