Decine di migliaia di ASIC dediti al mining di bitcoin sono stati confiscati in una mining farm nel sud-est dell’Iran
Circa 45.000 macchine atte al mining di bitcoin sono state confiscate dalla polizia iraniana per aver usato illegalmente l’elettricità, lo riporta una notizia pubblicata domenica dalla Tasnim News Agency. Le macchine erano per lo più del tipo Application specific integrated circuit (ASIC).
Sabato, Mohammad Hassan Motavalizadeh, il capo di Tavanir, la compagnia elettrica iraniana gestita dallo Stato, ha spiegato che i miner di bitcoin hanno pagato un prezzo convenzionato molto basso per l’uso dell’elettricità, che le loro macchine consumavano al ritmo di 95 MWh (megawatt all’ora).
Egli ha anche riferito che le modifiche ai sistemi di illuminazione stradale in città come a Teheran hanno fatto risparmiare al paese altri 45 MWh di elettricità. Motavalizadeh ha detto: “Il consumo totale ridotto corrisponde all’uso [di elettricità] per una città con una popolazione di oltre mezzo milione di abitanti.”
Attualmente c’è una domanda di oltre 40 mila MWh di energia elettrica nel paese, che l’Iran sta provando a soddisfare con un forte aumento del consumo di gas naturale, richiesta causata anche da una forte ondata di freddo e dalle norme del governo per la lotta alla pandemia, che rende difficile fornire alle centrali elettriche combustibile a sufficienza.
L’Iran prova a evitare blackout elettrici nelle sue principali città attraverso la chiusura provvisoria delle mining farm bitcoin autorizzate, che le autorità stimano consumino in totale 60 mila MWh.
Ora il paese ha avviato un nuovo giro di vite contro il mining illegale delle criptovalute. Le decine di migliaia di macchine per il mining illegale di bitcoin, rinvenute nel sud-est dell’Iran, sono state mostrate attraverso un video sui social network. La mining farm è di proprietà di una società di investimenti cinese e iraniana, così dopo la scoperta dell’attività illegale, la fornitura di elettricità alla fattoria è stata interrotta dal Ministero dell’Energia iraniano.
Il mining di criptovalute è stato legalizzato nel luglio del 2019, una novità inizialmente accolta con favore prima che molti iniziassero a operare nell’ombra sostenendo che le tariffe dell’elettricità fossero troppo care. I miner non autorizzati e sorpresi a usare energia elettrica sovvenzionata, vengono multati tanto quanto le perdite che causano alla rete nazionale. Dopo la legalizzazione le autorità hanno chiuso almeno 1620 mining farm illegali che utilizzavano 250 MW di elettricità.
Nel settore delle criptovalute molti si sentono ingiustamente penalizzati. Un ricercatore di Teheran, Ziya Sadr, parlando al The Washington Post ha detto: “I miner non hanno nulla a che fare con i blackout. L’attività di mining è una percentuale molto piccola della capacità elettrica complessiva in Iran.”