Bitcoin sta perdendo il suo caso di utilizzo come valuta. I volumi delle transazioni Bitcoin hanno raggiunto un nuovo volume minimo da due anni anche dopo la tanto attesa implementazione di SegWit. Sembra che SegWit sia arrivato troppo tardi per la parte per fare una differenza reale. E il Bitcoin sta diventando una criptovaluta quasi esclusivamente speculativa.
Perché il volume delle transazioni subisce un calo?
Secondo alcuni, compreso il sottoscritto, buona parte del calo nel volume delle transazioni è da ritenere conseguenza della pratica del cosiddetto “hodling” e, seppur in maniera indiretta, all’ascesa del prezzo del BTC. Gli investitori del settore sono diventati così spaventati all’idea di perdere la prossima fase di crescita che nessuno utilizza il Bitcoin per acquistare niente se non altre criptovalute, essenzialmente dando luogo ad un movimento di valute FIAT all’interno del mercato delle criptovalute. Seppur meno, lo stesso effetto si manifesta anche nella maggioranza degli altcoin.
Il “hodling” una possibile causa?
La pratica del hodling, per chi non avesse una chiara idea di cosa si tratti, consiste nel “tenere stretta” la criptovaluta scelta nel lungo termine, senza spenderla o venderla. I volumi delle transazioni non sono state tanto basse da 2 anni, nonostante il capitale di mercato totale ammonti a 181 miliardi di dollari per il BTC. Gli stessi volumi di transazioni sono stati riportati nel marzo 2016 quando il capitale di mercato era ben più basso.
Un periodo di stagnazione del mercato
Il mercato sta attraversando un periodo di stagnazione e nessuno vuole abbandonare la sua posizione. Considerando anche il prezzo massimo del mese di dicembre è decisamente prevedibile la presenza di un gran numero di investori in attesa di una ripresa che pareggi il prezzo di quel periodo per liquidare le loro posizioni.
In tutti i periodi in cui i volumi di transazione precipitano, uno dei casi di uso fondamentali, o meglio l’utilizzo come valuta di scambio, mostra segni di mancato utilizzo. Una coseguenza di questo, diretta o meno che sia, è una diminuzione del valore percepito della valuta in questione. Sembra come se ci trovassimo ora in un circolo vizioso, senza che nessuno voglia fare la prima mossa.
Qual’è la soluzione?
C’è bisogno di casi di utilizzo reali, di partnership. L’esplosione dovuta alla sensazione di novità si sta oramai concludendo ed ora è giunto il momento di utilizzare davvero il Bitcoin. Il punto è che se queste non arrivano presto, gli altcoin che paiono averne potrebbero approfittarne sottraendo al BTC la sua fetta di mercato.
Conclusione
L’insieme dei fattori quali l’uso quasi esclusivamente speculativo, il prezzo artificialmente elevato (artificialmente perché quasi completamente dovuto alla speculazione) e la mancanza di progressi tecnici/aggiornamenti nel protocollo Bitcoin (nonostante i progressi raggiunti per mezzo della stratificazione) tutti contribuiscono al rendere il BTC prevalentemente (almeno per il momento) un mezzo per immagazzinare valore. Non senza motivo il Bitcoin viene definito “oro digitale”.
Quanto riferito in questo articolo non è affatto un professare la fine del Bitcoin. È solo l’evidenziare la perdita che sta subendo, o meglio il suo utilizzo come valuta. Il lightning network potrebbe portare miglioramenti su questo fronte. Il BTC è ancora la criptovaluta più conosciuta e fidata. È ancora presto per definire morto il buon vecchio Bitcoin