A inizio 2019 un report suggeriva che il mining delle criptovalute in Cina sarebbe stato censurato. Invece un aggiornamento recente rassicura che non ci sarà una messa al bando del mining. I miner sono liberi di continuare l’attività come prima.
La storia completa
Nell’aprile di quest’anno, la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC) del governo cinese ha pubblicato una bozza iniziale di un documento. In questo documento, un elenco, veniva proposto di limitare o vietare alcuni settori industriali, tra cui l’eliminazione del settore del mining delle criptovalute.
Nel documento della NDRC sono inclusi oltre 450 settori industriali. Si tratta di settori difficili da regolamentare, considerati pericolosi o dispendiosi in termini di risorse. Il mining era nella sezione dei settori industriali da eliminare completamente.
Il documento definitivo è stato ora pubblicato, esso si chiama Industrial structure adjustment guidance catalog. Il mining delle criptovalute non risulta più nel catalogo e la nuova versione entrerà in vigore dal primo gennaio 2020 definitivamente.
Non è chiaro perché ci sia stato questo cambio di rotta, se è voluto dall’opinione pubblica o se si tratta del cambio di strategia che il governo ha avuto a proposito della blockchain.
Quanto è grande il mining di criptovalute in Cina?
La Cina è al momento il più grande attore al mondo nell’attività di mining delle criptomonete. Alcuni dei nomi principali sono Bimain, Canaan Creative ed Ebang. Infatti, pressappoco il 70% dell’hashrate di Bitcoin (BTC) è gestito da mining pool cinesi.
La portata del settore in Cina, lo si può desumere indirettamente dalla recente notizia che ha raccontato della mining farm cinese andata in fiamme. Il danno alle attrezzature hardware ammonta a circa 10 milioni di dollari USA (circa 9 milioni di euro).
Naturalmente gli scambi di criptovalute e le offerte di token (ICO) restano vietati nel Paese. Però con questa mossa sembra che la Cina voglia chiudere un occhio sul mining di criptovalute. In più, alcune informazioni provenienti da fonti locali suggeriscono che le centrali elettriche hanno sottoscritto degli accordi con le mining farm per fornire loro la corrente elettrica.
Questo aggiornamento è sicuramente una buona notizia per i miner cinesi. Ora è chiaro che sono liberi di proseguire il lavoro come prima. Il mining di bitcoin, inoltre, è tornato a essere redditizio di recente grazie all’aumento del prezzo di BTC.
Inoltre i recenti commenti del presidente cinese Xi Jinping hanno fatto sperare in un cambiamento di opinione anche sulle criptovalute, in futuro la Cina potrebbe essere più aperta alle valute digitali.
Per ora il mining di criptovalute in Cina proseguirà come prima: una buona notizia per tutto il settore crypto mondiale.