La Corea del Sud è considerata come uno dei mercati delle criptovalute più importanti al mondo. La nazione asiatica ha una robusta regolamentazione e molti investitori, viene infatti collocata al terzo posto nel mercato del Bitcoin (BTC), dietro agli USA e al Giappone. Tuttavia il governo sta ipotizzando di tassare i profitti sulle criptovalute. Quale effetto potrebbe avere?
“Golden bitcoin and South Korea flag” (CC BY 2.0) by wuestenigel
Quali sono i piani della Corea del Sud
Il Korea Times, riporta la notizia della possibile tassazione. Essi affermano che il ministro dell’Economia e delle Finanze si sta muovendo in questa direzione. Una persona informata sui fatti, rimasta anonima, avrebbe detto che la tassazione sarà operativa entro la prima metà del 2020.
L’Assemblea nazionale del paese ha anche all’esame una proposta di legge sulla trasparenza nel trading di criptovalute. La legge potrebbe entrare in vigore un anno dopo la sua approvazione.
L’obiettivo è di introdurre una imposta sulle plusvalenze dei profitti generati dalle criptovalute. Perché ciò avvenga, è necessario definire chiaramente quali asset digitali dovranno essere tassati. Le autorità devono chiarire se gli utili sulle criptovalute devono essere trattati come transazioni di proprietà o come transazioni dei mercati finanziari.
Un altro punto da chiarire è l’esigenza di ottenere cifre attendibili dagli exchange di criptovalute. Ciò consentirà al governo di poter controllare le operazioni eseguite. In questo ambito gli exchange hanno introdotto una autoregolamentazione.
Cosa comporterà per gli utenti delle criptovalute?
Gli investitori non potranno più avere un account anonimo, perché non saranno accettati. Gli utenti che compreranno o venderanno altcoin dovranno usare il nome reale sui crypto exchange. Gli exchange dovranno tenere traccia di ogni attività degli utenti e dei dati personali di questi ultimi.
La domanda a cui dare una risposta, è quante persone si allontaneranno dal bitcoin e dalle altre criptovalute con un tale livello di controllo. Fare trading anonimo è già impossibile in Corea del Sud, ma con la nuova normativa si aggiungerebbe un nuovo livello di controllo.
L’attività sulle criptovalute in Corea del Sud è diminuita nel 2019. Il trading won-bitcoin è ora solo l’1% di tutto il trading mondiale del mercato BTC. Nonostante ciò, l’acquisto e la vendita di bitcoin è una pratica popolare nel Paese. E questo uso quotidiano delle criptovalute sarà una delle principali fonti di profitto a essere tassata.
Più controllo, più regole
La Corea del Sud non è la prima nazione che pensa di tassare i profitti sul trading delle criptovalute. Il governo ucraino di recente ha reso noto l’intenzione di legalizzare le criptomonete. Come parte di tale nuova normativa, i profitti saranno tassati del 5%.
Queste azioni, fanno parte delle iniziative globali verso una regolamentazione delle monete digitali che già numerosi paesi stanno mettendo in pratica. La Corea del Sud ci fornirà forse uno dei primi esempi di come gli investitori reagiscono a un maggiore controllo e al pagamento di una tassa sui profitti generati dal trading con le criptovalute.