Le autorità USA hanno individuato 280 conti BTC e ETH che ritengono stiano immagazzinando fondi rubati da hacker nel 2019.
Il governo degli USA blocca oltre 280 conti in bitcoin ed ethereum posseduti da hacker. Ritengono che questi conti contengano fondi che gli hacker della Corea del Nord avevano rubato a due exchange di criptovaluta.
Gli atti del tribunale non fanno il nome degli exchange hackerati, ma i funzionari hanno rivelato che i furti informatici sono avvenuti in due distinte occasioni; l’1 luglio del 2019 e il 25 settembre del 2019.
Durante il primo furto gli hacker riuscirono a portare via bitcoin e token per un valore complessivo di 272mila dollari. In particolare il gruppo criminale aveva portato via il proton token, il token playgame e il token IHT real estate.
Durante il secondo episodio di furto gli hacker saccheggiarono varie valute digitali e scapparono via con 2,5 milioni di dollari.
I funzionari statunitensi hanno rivelato che parte delle loro indagini comprendevano l’uso dell’analisi forense della blockchain, allo scopo di rintracciare i fondi rubati su due portali di scambio differenti e poi depositati su 280 conti.
I documenti della Corte illustrano come gli hacker abbiano usato una tecnica nota come “chain hopping” per riciclare i fondi rubati. Essa consiste nel scambiare i fondi tra due o più tipi di criptovaluta.
Il Dipartimento di giustizia (Doj) ha dichiarato che il modus operandi degli hacker consisteva nel rubare fondi da un exchange, trasferire i fondi a un altro exchange, effettuare vari passaggi di chain hopping e infine trasferire questi fondi nei 280 conti in BTC ed ETH rintracciati.
Come da atti giudiziari, una parte significativa di questi 280 indirizzi è stata congelata presso i portali di criptomonete dove sono stati aperti. Ciò è avvenuto subito dopo gli hacking, poiché le autorità hanno collaborato con i portali degli exchange per rintracciare i fondi e congelare i conti prima che fossero riconvertiti in valuta fiat.
La collaborazione tra gli exchange di criptovalute è risultata essenziale nell’attività, perché gli hacker avrebbero portato via i fondi senza lasciare traccia se fossero riusciti a convertire le altcoin in fiat dopo le rapine.
Il governo degli USA sta lavorando per prendere il controllo formale di questi conti, in modo tale che i fondi possano essere restituiti agli exchange hackerati, e agli utenti direttamente nel caso in cui le piattaforme siano nel frattempo fallite.
Il DoJ ritiene che entrambi questi furti siano collegati ad una struttura nordcoreana e ad operazioni di riciclaggio di denaro sporco scoperte a marzo del 2019, che avevano portato all’accusa di due cittadini cinesi di aver facilitato il riciclaggio dei fondi rubati dagli hacker facendo passare i fondi attraverso società cinesi.