Starbucks è una delle ultime aziende a prendere in considerazione l’uso della tecnologia blockchain. Il gigante di Seattle ha annunciato oggi che avvierà un programma pilota con gli agricoltori in Costa Rica, Colombia e Ruanda. Lo scopo del programma è sviluppare un nuovo sistema che permetta di seguire il viaggio di ogni singolo chicco di caffé fino al suo arrivo nella tazza.
I dettagli
L’amministratore delegato di Starbucks ha già espresso il suo interesse nei confronti della blockchain e delle criptovalute. In particolare, ha parlato di una possibile futura implementazione di una criptovaluta nell’applicazione di Starbucks come mezzo di pagamento. L’idea che invece si sta cercando adesso di impmentare è quella di collegare i consumatori di caffè con i coltivatori di caffè. Questo, in modo che i primi possano potenzialmente trarre vantaggio da nuove opportunità finanziarie.
“Stiamo portando la tracciabilità e la fiducia a un livello superiore”, ha dichiarato oggi Kevin Johnson, CEO di Starbucks, all’assemblea annuale degli azionisti di Seattle. Un portavoce di Starbucks ha affermato che l’azienda sta prendendo in considerazione una “varietà di tecnologie, tra cui la blockchain”.
La blockchain è una delle tecnologie più in voga e qualcosa che il mondo della tecnologia sta osservando con molta attenzione. Le blockchain sono libri contabili distribuiti protetti da potenti algoritmi di crittografia, questa è la base per Bitcoin, e potrebbero creare nuovi tipi di prodotti e servizi oltre a migliorare e rendere più efficienti quelli esistenti. Il potenziale è tale che la IBM ha dichiarato che il valore di mercato di questa tecnologia, prendendo in considerazione solo due settori, è di ben 3,8 trilioni.
Il progetto pilota
L’esperimento coinvolgerà produttori selezionati in Costa Rica, Colombia e Ruanda. Questo per un periodo iniziale di due anni. Le informazioni riportate provengono da un annuncio pubblicato poche ore prima dell’assemblea annuale degli azionisti del 2018 a Seattle ieri. “Nei prossimi due anni, cercheremo di dimostrare come la tecnologia e le piattaforme dati innovative possano dare ai coltivatori di caffè ancora più potere finanziario”, ha affermato Kevin Johnson, amministratore delegato di Starbucks, nell’annuncio.
Arthur Karuletwa, Direttore della Tracciabilità di Starbucks, ha sottolineato nell’annuncio un dettaglio a cui legava una certa importanza. Il punto in questione era che mentre molte aziende affermano di perseguire pratiche di approvvigionamento sostenibili, Starbucks ha “conosciuto i nomi” delle sue centinaia di migliaia di agricoltori “fin dall’inizio”. Inoltre ha affermato che questi nuovi strumenti digitali hanno il potenziale per collegarli ora in modo più aperto e diretto che mai. Karuletwa infatti ha dichiarato:
“Questo potrebbe essere un cambiamento estremamente importante in un settore che non ha avuto molta innovazione nel modo in cui il caffè si muove attraverso le frontiere e gli oceani.”
Conservation International studierà l’effetto sugli agricoltori delle nuove tecnologie. Verrà studiato in particolare l’influenza per quanto riguarda la tracciabilità “dal chicco alla tazza”. Starbucks ha detto che gli obiettivi del progetto sono di contribuire all’indipendenza finanziaria e alla fiducia dei contadini. Tutto questo sperando di coltivare l’empatia tra i consumatori attraverso ciò che spera possa costituire un legame chiaro e visibile tra i prodotti di cui godono e le persone che li coltivano.
Rimangono molti dubbi e domande
L’annuncio di Starbucks, tuttavia, era notevolmente poco chiaro sulle modalità specifiche di attuazione. Non sono state specificate le informazioni che avrebbe potuto rendere visibili o sul ruolo che il consumatore avrebbe potuto svolgere. In particolare non è stato specificato come il consumatore potrebbe eseguire il collegamento “diretto” con gli agricoltori. Inoltre, la società non ha individuato specificamente la nuova tecnologia come blockchain.
L’unico uso di quel particolare termine nell’annuncio viene da Ronald Peters, direttore esecutivo dell’Istituto del Caffè del Costa Rica (ICAFE). Peters, infatti, ha dichiarato: “Molti anni fa, i nostri controlli e le nostre transazioni erano tutte eseguite per mezzo di carta, oggi stiamo invece parlando di tecnologia blockchain”.
“Questo ci dimostra che, più che essere all’avanguardia di ogni progresso tecnologico, avere le informazioni ed essere flessibili e adattabili sono cose importanti.”
Evidentemente è con continua trepidazione che Starbucks si inserisce nel nuovo sistema di tracciabilità e trasparenza che da mesi accenna di intendere di adottare. Quando il tema delle criptovalute è apparso nell’incontro trimestrale con gli investitori nel gennaio di quest’anno, per esempio, il presidente esecutivo Howard Schultz ha detto:
“Personalmente credo che ci sarà una o poche legittime, valute digitali degne di fiducia scaturite dalla tecnologia blockchain. E tale legittimità e fiducia in termini di applicazione da parte dei consumatori dovranno essere legittimate da un marchio in un ambiente tradizionale, in cui il consumatore si fida dell’impresa che fornisce il servizio”.
Conclusione
È scontato far notare quanto sempre più le grandi aziende siano interessate al settore delle criptovalute e della blockchain e forse sarebbe da evitare visto quanto spesso questo viene ribadito. La lista, alla quale si aggiungono costantemente nuovi nomi noti, ormai comprende Microsoft, Yahoo, Huawei, Santander, American Express, Moneygram, Burger King, Amazon, Paypal, Nokia e molte altre. Lo sviluppo del settore accelera in maniera esponenziale. E, come dice Ray Kurzweil, il passo con il quale l’accelerazione accelera stesso si fa più rapido. Chi investe in criptovalute di certo ha poco da lamentarsi di queste circostanze.