Si aggiunge un nuovo tassello al caso giudiziario che deciderà il futuro del trading in criptovaluta in India. La Reserve Bank of India (RBI) conferma di non aver completamente bandito le criptomonete. Quello che accadrà da qui in avanti deciderà il futuro delle cripto nel Paese.
Gli ultimi dettagli
Nuovi dettagli sono stati aggiunti quando un documento della RBI è stato presentato alla Corte Suprema del paese. Questo è accaduto lo scorso settembre, ma i dettagli del documento sono stati resi noti solo ora che il caso viene discusso dalla Corte.
La RBI conferma di non aver “vietato le valute virtuali nel paese”. Quindi, non vige un divieto nel trading delle criptovalute in India. Le persone sono libere di scambiare criptomonete, ma le società che gestiscono le stesse sono state limitate.
In pratica le autorità permettono lo scambio di criptovalute, ma bloccano gli exchange impedendo di fatto il funzionamento di qualsiasi servizio. L’RBI ha intimato a queste attività di non fornire servizi alle persone.
Quindi resta in vigore il divieto della Banca indiana promulgato nell’aprile del 2018. L’Internet and Mobile Association of India (IAMAI), aveva reagito al divieto opponendosi e da questa opposizione ne è scaturito l’attuale caso giudiziario.
Come è stato gestito il divieto?
Va notato che a seguito di una richiesta formale alla Banca indiana di fornire spiegazioni sul blocco delle criptovalute, è emerso che non avevano effettuato nessun tipo di ricerca preventiva sulle criptovalute. Il consulente della Banca centrale si è limitato a dire che dal 2013 era stato emesso un alert di cautela sulle criptovalute.
Questa richiesta formale di informazioni, era stata sollecitata da Ashim Sood, a nome della IAMAI. Quanto rivelato dai consulenti della Banca centrale indiana, è stata usata da Sood per affermare che non c’erano motivi fondati per bloccare il trading delle criptovalute, perché le autorità non hanno valutato appieno se le monete digitali devono essere considerate un tipo d’investimento alternativo e legittimo.
Secondo Sood, la RBI ha condotto ricerche insufficienti prima di giungere a una conclusione ragionevole. Egli crede che le autorità finanziarie dovrebbero creare regolamenti che controllano un sano mercato del trading in criptovaluta.
Il futuro
L’udienza della Corte Suprema è prevista per il 28 gennaio. Il tribunale ha già evidenziato che le attuali restrizioni dell’India sulle criptovalute danneggiano le aziende. In passato la Corte aveva incoraggiato la Banca centrale a sviluppare una sua legislazione sulle criptovalute.
L’India vanta una popolazione di 1,3 miliardi di persone, ed è il secondo paese al mondo. Il Paese ha una alta percentuale di persone conoscitrici di tecnologia, il che la candida a diventare uno dei Paesi con il più ampio mercato di criptovalute.
Un risultato della Corte a favore delle criptomonete e un Paese con una normativa apposita, potrebbe risultare un impulso significativo per l’intero mercato. Mentre il trading non è illegale per ora, un mercato regolamentato potrebbe incoraggiare molti indiani ad acquistare bitcoin e altre altcoin.